Il rapporto di quest’anno della Caritas Migrantes in realtà racconta soprattutto i modi in cui il diritto d’asilo viene violato dagli Stati europei, e in particolare dall’Italia, impedendo le partenze, ostacolando i viaggi e bloccando gli arrivi, senza accertare se i migranti stiano fuggendo da pericoli mortali, se siano rifugiati. Il testo si apre con il quadro delle sette vie più frequenti di arrivo in Italia: il Mediterraneo centrale, il Mediterraneo orientale, la rotta balcanica, il Mediterraneo occidentale, l’Africa occidentale verso il Mediterraneo, il confine tra Russia, Finlandia e Norvegia. Per ogni via vengono fornite le stime del totale dei passaggi, divisi per provenienza, e del loro andamento nel tempo negli ultimi anni a confronto con le stime di Frontex e del Ministero dell’Interno. È un quadro complessivo delle partenze, delle cause che costringono a partire, degli incidenti di percorso. È quindi, oltre che degli arrivi, un quadro del numero dei dispersi e dei morti.
Non c’è da stupirsi che la situazione sia questa. Il governo italiano ha annunciato e realizzato un programma di respingimenti che comincia ben oltre le nostre frontiere, alle frontiere meridionali dei paesi africani mediterranei e alle frontiere orientali di quelli del Medio Oriente, coinvolti in una politica di blocco della migrazione dei propri cittadini e di respingimento di chi arriva da sud o da est. È come se il respingimento cominciasse un paese prima della frontiera italiana. In questo senso il volume può essere letto come un quadro realistico dei costi umani e sociali dei respingimenti nell’area mediterranea.
Non si tratta solo di migranti
Il testo del Rapporto è preceduto da una introduzione che formula un’analisi e un auspicio opposti ai fini dichiarati e in parte realizzati dal governo italiano. Si tratta dell’omelia pronunciata da Papa Francesco alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, che sostiene appunto che “Non si tratta solo di migranti”, ma di noi stessi, del modo in cui trattiamo gli altri, che siano migranti o no. Non è fuori tema riassumere gli argomenti dell’omelia perché il Rapporto è fondato su di essa, sui problemi che pone, sulle storie che racconta e sulle tesi che sostiene. Il Rapporto è il resoconto degli effetti gravi e perversi della violazione dei principi e degli auspici di quell’omelia.
Il breve testo di Papa Francesco ripete più volte che non si tratta solo di migranti e chiarisce che si tratta anche delle nostre paure; si tratta della carità; si tratta della nostra umanità; si tratta di non escludere nessuno; si tratta di mettere gli ultimi al primo posto; si tratta di tutta la persona, di tutte le persone; si tratta di costruire la città di Dio e dell’uomo: di accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Il testo, come è naturale, è fondato su citazioni dei Vangeli, in particolare di Matteo e Marco. I principi e l’auspicio si possono però riproporre senza troppa fatica, con qualche mutamento, in termini di diritti dell’uomo e del cittadino. L’unica differenza è che la Costituzione italiana difende il lavoro e la dignità della persona umana, senza distinzione di nazionalità, ma non mette gli ultimi al posto dei primi. Proclama e difende l’uguaglianza dei diritti. Non proclama però l’uguaglianza delle ricchezze, come non lo fa il Papa. I ricchi e potenti sono rimasti disuguali malgrado l’uguaglianza proclamata delle leggi dello Stato e il primato degli ultimi proclamato dai Vangeli. I militanti della Caritas si sono trovati in passato e potranno trovarsi in futuro a essere parte della Chiesa che resiste, ...[continua]
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