Qui negli Usa mentre Trump, Vance e Musk si muovono con una sega elettrica (loro definizione) per tagliare le spese, i ministeri, i programmi, la sinistra è un po’ allo sbando e si occupa di difendere quello che fu, senza pensare che ha perso proprio per quello che fu. Il Presidente taglia i posti di lavoro dei federali di Washington, e i loro nidi (86) lasciando le zone intorno a Washington come statue di sale, con gente un tempo molto ben pagata che non sa come pagare il mutuo né dove mandare i figli a scuola. Prevedo un crollo dell’immobiliare intorno a Washington, che si porterà dietro caffè, parrucchieri, servizi all’infanzia, palestre e ristoranti. La sanità è quasi alla follia: Medicare per gli anziani e Medicaid per gli indigenti vengono privatizzate o ridotte per quello che offrivano. Doge (l’agenzia di Musk per i tagli) riduce gli aiuti all’estero: non sapevo che il 40% degli aiuti mondiali ai paesi in via di sviluppo e per i disastri venissero da Usaid, l’agenzia statale per gli aiuti all’estero fondata dal presidente Jfk, e quindi l’impatto sarà sentito in tutto il settore Ong nel mondo. E poi quel pazzo di Kennedy Jr, ministro della sanità, che ha abolito vaccini ma anche i coloranti nelle bibite e riduce drasticamente i fondi alla ricerca. Mettono a nudo i rapporti di forza. Quello che nel 1968 in Europa mi stupì non fu tanto la nostra forza, ma la debolezza ideologica dei professori e delle istituzioni, come se fossero ormai dei gusci vuoti. Ed è un po’ quello che vedo qua: molte istituzioni sono come dei gusci vuoti, molte questioni, come i monumenti buttati giù o l’immigrazione, diventano prerogativa della destra. Le Università (private) come Yale, Columbia e Harvard si scoprono incapaci di sopravvivere senza gli aiuti federali (agli studenti ricchi) e si adeguano, raddrizzando anche alcune evidenti storture del passato, pur di ricevere soldi. Grossi studi di avvocati come il Paul, Weiss, Rifkin, Wharton&Garrison, che facevano molte cause pro bono anche contro Trump, si piegano e annunciano 40 milioni di dollari in cause per Trump, pur di continuare ad avere accesso alle questioni federali. Come dire, una vera lotta di principi in cui anche i liberal spiegano che devono accettare. Trump dà a volte risposte feroci a problemi reali? La destra prende idee dal passato-futuro, si muove verso l’assenza di uno stato e la privatizzazione totale? L’autonomia di vita che l’intelligenza artificiale ci dà (spesso sostenuta anche da ambientalisti) distruggerà il principio di un bene comune sotteso a un bisogno comune? Una specie di incubo in cui si vanno a ridefinire tutti i diritti e le istituzioni e si scopre che magari non si ricorda più perché esistono o non si sanno difendere i principi che le crearono. Un po’ come i nazionalismi, in cui alla fine gli uni si scontrano con altri per interessi particolari. E magari la maggioranza si identifica col racconto (come è successo negli Usa) e si fa gruppo. Come dico spesso, Hitler è il campione della diversità. Alcuni aspetti del multiculturalismo hanno scavato nell’uguaglianza sostituita dall’idea di comunità che somiglia molto all’idea di una tribù. Se rispettiamo il diverso resta la domanda: diverso da chi, o da che? E se le diversità non fossero tra loro compatibili (minoranze fondamentaliste e diritti lgbtq, per esempio)? Inoltre, se per assurdo in una cultura passano prima le donne e nell’altra gli uomini, che succede? Forse la sinistra deve ridefinirsi e smettere di volere solo il passato cercando una visione del futuro e una dimensione (nazionale, comunitaria o mondiale?) meno feroce di quella di Trump.
Alcuni pensieri sparsi:
Cos’hanno in comune il Canada, la Groenlandia e la Siberia? Che se continua il riscaldamento globale e noi sopravviviamo, si apriranno delle rotte attraverso l’Artico e quelle terre saranno molto appetibili, ridurranno drasticamente i tempi di trasporto con un impatto globale molto superiore all’apertura del canale di Suez e il Mar Rosso. Guardate una mappa mettendo l’Artico al centro, tenendo presente rotte e distribuzione di materie prime. E se Trump accettasse il riscaldamento globale ma si muovesse per essere ben posizionato in futuro? Se il mondo del Mediterraneo fosse legato alle vecchie potenze coloniali e destinato a diventare brullo e insignificante? E se Trump fosse interessato alle rotte oltre che ai minerali? E se pensasse a un mondo con lui e la Cina in competizione, e basta? Se pensasse di giocare su ...[continua]

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